I nostri beneficiari sono tanti e, lungo tutti questi anni, sono spesso cambiati. All’inizio aiutavamo i profughi croati che affollavano le strutture sportive e alberghiere della costa dalmata. Iniziata il 26.6.1991 in Slovenia e in Croazia, nella primavera del ’92 la guerra è scoppiata anche in Bosnia e quindi si sono aggiunti molti profughi bosniaci. Ve ne erano anche in Medjugorje.
Con la tregua tra musulmani e croati, sottolineata da un significativo messaggio che la Regina della Pace ha dato proprio quel 25.2.1994, abbiamo cominciato ad andare oltre Mostar: la prima volta con Padre Leonard fino a Konjic e a Mostar est.
In quegli anni abbiamo collaborato molto con l’Associazione francese “Médiatrice” per la distribuzione diretta degli aiuti ai profughi che affollavano Mostar e a Pazaric, vicino a Sarajevo. Contemporaneamente abbiamo fatto diversi viaggi in centro Bosnia affrontando strade incredibili e rischi continui a causa della guerra con i serbi, che continuava. In due di questi siamo stati guidati da Padre Leonard: a Vares e nella stessa Sarajevo (dicembre ’94) sotto continui fischi di proiettili e crepitii di bombe. Più a sud aiutavamo e ancora aiutiamo i profughi e i poveri tramite i Centri sociali di Mostar e di Konjic; così pure nei Centri profughi di Dubrava (Grude), di Tasovcici e Domanovici (Capljina). Soccorriamo vari orfanotrofi e centri di riabilitazione a: Sarajevo, Mostar, Vitez, Gracanica, Citluk, Medjugorje, ecc.. Portiamo vari aiuti agli ospedali psichiatrici di Drin e di Bakovici presso Fojnica, di Pazaric a sud di Sarajevo, di Stolac e di Mostar, e a diversi altri ospedali della Bosnia, che a volte sono anche stati sprovvisti di cibo per i degenti. Inoltre abbiamo portato medicine presso quegli ospedali o centri di medici volontari dove erano sorte farmacie per i poveri. In Bosnia, per poter accedere ad un minimo di assistenza sanitaria, bisogna pagare un’assicurazione. Ma pochi possono farlo perché non c’è lavoro. Pochissime fabbriche sono state ricostruite e nessuna grande potenza sta aiutando la Bosnia. C’è poi la piaga della corruzione. Così i poveri non possono avere le medicine, le visite mediche, i ricoveri ospedalieri … e bisogna aiutarli.
Subito dopo la fine della guerra, oltre ai musulmani e ai croati, abbiamo cominciato ad aiutare anche le popolazioni serbe con tanti profughi e profonde sacche di povertà: nella zona di Sarajevo e di Pale in collaborazione con l’Associazione “Sprofondo”, fondata da Don Renzo Scapolo, e a Nevesinje in collaborazione con la locale Croce Rossa, dove continuiamo ad andare; ecc..
All’inizio del 1996, una segnalazione ci portò più a nord, a Gracanica, tra Doboj e Tuzla, dove migliaia di vedove e di orfani musulmani di Srebrenica (dove è avvenuto l’orribile genocidio) e di tante altre città sono ammassati in diversi centri di località impervie, quasi del tutto abbandonati a sé stessi. Anche qui continua tuttora il nostro impegno, collaborando pure con il Centro sociale di Gracanica. Abbiamo collaborato anche con il Centro sociale di Teocak e quello di Zivinice pressoTuzla. Vicino a Gracanica, sopra Klokotnica, portiamo aiuti al centro Emmaus-Duje, fondato dal famoso Abbé Pierre di Parigi, con oltre 400 degenti (disabili mentali e fisici, anziani malati, ecc.). Abbiamo raggiunto terribili sacche di povertà anche in Croazia e in particolare a Vukovar, la città martire totalmente distrutta, Ilok e Knin. Spesso andiamo nei 13 villaggi a nord di Nevesinje, tutti distrutti, dove hanno ricostruito parte delle loro casette, ma hanno bisogno di tutto, compresi i mobili, arredi e stoviglie, attrezzature agricole, sementi, mucche, pecore, ecc.. Analogamente per altri villaggi nella zona di Doboj, a nord.
Con l’acuirsi delle violenze in Kosovo, abbiamo cominciato ad aiutare molto i profughi di quel Paese. In Bosnia ne arrivarono oltre 87.000, tra albanesi, rom e del Sangiaccato da una parte e serbi dall’altra. Anche qui ci siamo avvalsi spesso della collaborazione di “Sprofondo”. Per questi profughi abbiamo anche organizzato alcuni convogli in Montenegro e in Albania.
Dopo la fine della guerra in Kosovo, con Padre Leonard abbiamo fatto un viaggio per conoscere certe situazioni in Montenegro, Albania, Macedonia e Kosovo, dove abbiamo avuto utili incontri con alcune realtà cattoliche e, soprattutto in Macedonia, con i Vescovi della Chiesa ortodossa. Dopodichè abbiamo organizzato alcuni convogli in Kosovo, a Giakovë, con contatti interessanti anche con alcuni monasteri ortodossi. Abbiamo ricostruito alcune case a Giakovë e, in collaborazione con altre associazioni, anche a Mitrovica.
Da diversi anni, in collaborazione con “Sprofondo” – Sarajevo, portiamo aiuti a diverse centinaia di famiglie povere (tra cui molte sono profughe), in maggioranza musulmane, a est di Sarajevo, nella Repubblica serba di Bosnia: Rogatica, Gorazde, Rudo e Visegrad. Aiutiamo pure diversi centri aperti dall’associazione austriaca “SOS Kinderdorf” a Mostar, Sarajevo, Gorazde e Gracanica.
Da qualche anno, in collaborazione con il centro “Emmaus-Duje” presso Gracanica, abbiamo cominciato a portare sostanziosi aiuti a Srebrenica (zona serba a nord-est della Bosnia), dove nel luglio 1995 le milizie serbe di Ratko Mladic tentarono il genocidio dei musulmani, massacrandone in soli due giorni più di 8000. Qui abbiamo contribuito anche all’edificazione di un edificio per accogliere in pieno inverno i bambini che, vivendo in località isolate di montagna, non potrebbero frequentare la scuola a causa delle stradine impraticabili per neve. Dall’inizio di quest’anno, in collaborazione col Centro Emmaus, stiamo portando molti aiuti ai disperati profughi della “Rotta Balcanica” a Lipa, vicino a Bihac, che ora stanno aumentando dopo la crisi in Afghanistan.
Per diversi bambini di famiglie poverissime o disastrate ci occupiamo anche di adozioni a distanza per dar loro la possibilità di frequentare la scuola (spese per visita medica, libri, quaderni, ecc.).